Kukula ha origini israeliane: cresciuta in piccolo borgo vicino a Tel Aviv, fin da piccola ha respirato il trauma e il dolore dell'olocausto e le quotidiane tensioni tra israeliani e palestinesi. Le opere di Kukula sono permeate da un'atmosfera cupa, a tratti inquietante, che affonda le radici nell'infanzia e nel passato di questa artista.Kukula riesce a rielaborare lo shock dell'olocausto, vissuto attraverso le testimonianze degli anziani del villaggio, creando un mondo onirico e sfuggente, un paesaggio surreale e immaginifico, un luogo dove crudeltà e dolcezza possono convivere. Kukula restituisce al pop surrealism quel simbolismo mitico e atavico misto alla storia più recente di un popolo, quello ebraico, e di molte altre nazioni.
Le bambine rappresentate da Kukula (elemento preponderante della sua arte) hanno il corpo graffiato, lo sguardo assente e malinconico. Le protagoniste dei suoi quadri giocano con animali fiabeschi (chiaro rimando alla letteratura classica) trasformati ben presto in compagni di giochi sanguinari.
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