Prima di dedicarsi alla pittura, Serri fu musicista: era infatti un professore di chitarra, violino e pianoforte. Tra l’altro, come violinista, fece parte dell’Orchestra del Teatro della Pergola di Firenze. Dopo l'incontro con Pietro Annigoni (1910-1988) rinunciò ad un posto sicuro in ambito musicale per dedicarsi interamente alla pittura. Serri frequentò assiduamente lo studio di Annigoni in Piazza Santa Croce e condivise con lui le sue prime avventure artistiche, studiando la natura con una specifica inclinazione verso la pittura seicentesca italiana e fiamminga. Insieme al maestro e mentore, a Gregorio Sciltian, ai fratelli Antonio e Xavier Bueno, a Giovanni Acci e a Carlo Guarienti, Serri prese parte al movimento de “I Pittori Moderni della Realtà” che, fra il 1947 e il 1949, si pose in aperto contrasto con le varie correnti astrattiste e informali sorte in quegli anni. Serri, come Annigoni, rimase sempre coerente con l’indirizzo originario e proseguì la sua ricerca nel silenzio, nell’isolamento, in una sorta di purezza intellettuale e morale. Un atteggiamento, questo, che sicuramente lo penalizzò dal punto di vista della visibilità e di una più ampia e diffusa notorietà, anche se ebbe, per la qualità della sua pittura, un proprio pubblico di collezionisti, specie di ambito statunitense. Serri ebbe predilezione per due generi a lui congeniali quali il Trompe-l’oeil e la Natura morta, con composizioni di libri, frutti, oggetti vari e citazioni colte di opere d’arte. Le sue opere sono oggi esposte in numerose raccolte italiane e straniere, pubbliche e private, tra cui la Galleria d’Arte Moderna e la Fondazione Roberto Longhi di Firenze, i Musei Civici di Milano, la Fondazione Guelpa di Ivrea e la Collezione Rockefeller di New York.
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